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Il caffè sospeso: cos'è?


A Napoli il caffè è più di una semplice bevanda: è un vero e proprio rito.

Si beve caffè in diversi momenti della giornata per prendersi una pausa; durante un appuntamento tra colleghi e amici; e così via.

Quanto al caffè sospeso, si tratta di un’usanza nata a Napoli durante la seconda guerra mondiale. Di solito le persone benestanti pagavano il proprio caffè e ne aggiungevano poi un altro da lasciare in sospeso per chiunque lo desiderasse, di solito si trattava dei più poveri.

Secondo lo scrittore napoletano R. Pazzaglia, la tradizione ha origine dai litigi che nascevano al momento di pagare il caffè tra amici o conoscenti; dunque poteva succedere, nella confusione, che si finisse per pagare un caffè che non era stato bevuto. In questo caso, non si chiedeva il denaro indietro, ma si lasciava il caffè pagato in offerta a uno sconosciuto che si sarebbe successivamente presentato.

Questa tradizione è stata presente nella società napoletana per molti anni, ma poi ha smesso di essere così popolare.

Negli ultimi anni, invece, c'è un numero sempre maggiore di bar che offrono caffè sospesi, soprattutto nel centro storico di Napoli. Inoltre, se non indicato fuori al bar, è possibile entrare e chiedere se qualcuno ha lasciato un caffè sospeso.

Esiste anche una giornata dedicata al caffè sospeso: il 10 dicembre. Questa giornata è nata grazie alla "Rete del Caffè Sospeso", associazione che si impegna a far rinascere questa pratica.

Con gli anni l’idea napoletana si è diffusa in diverse città, sia in Italia, che all'estero, in Paesi come la Francia, il Belgio, la Russia e l'Argentina.

L'idea di "sospendere" generosamente si è estesa con il tempo ad altri campi: ad esempio, in alcune librerie viene lasciato un libro sospeso, dunque un libro scelto da qualcuno e già pagato.

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